Il territorio del Comune di Murlo ricalca quello che era nel passato il “vescovado di Murlo” , ovvero il territorio su cui si estendeva la giurisdizione del vescovo ( oggi diocesi ).
E’ costituito da due centri principali, Vescovado e Casciano, e da una serie di borghi e frazioni più piccole tra cui il Castello di Murlo, Miniera di Murlo, Lupompesi, La Befa, Casanova, Crevole, Fontazzi, Montepescini, Poggio Brucoli, Poggio Lodoli, Santo Stefano, Vallerano, molti dei quali conservano ancora oggi i segni della loro storia (visitate la nostra cartina interattiva per più info sui borghi e le frazioni di Murlo).
La zona non ha subito mutazioni di rilevo nel tempo e l’aspetto del territorio si presenta ancora pressoché intatto, come poteva risultare all’occhio del visitatore circa sette secoli fa. Il paesaggio ha conservato al suo interno numerose tracce delle civiltà che furono e diverse “infrastrutture” si presentano tuttora come “strade bianche” pur costituituendo l’unica via di accesso per raggiungere luoghi nascosti di grande interesse naturalistico, storico e culturale.
Il territorio, esclusivamente collinare, è compreso tra la Val di Merse e la Val d’Arbia. Il paesaggio presenta colline alte e boschive sul versante del fiume Merse andando verso la Maremma grossetana; invece, sul versante del fiume Arbia, le colline sono basse e più morbide espressione del tipico paesaggio delle crete senesi.
La distribuzione della vegetazione è influenzata, oltre che dal clima, anche dall’esposizione e dal substrato litologico.
L’ alta percentuale di superficie boscata del territorio (circa il 60%), è dominato da leccete quasi pure e da bosco misto in cui si aggiungono roverella, cerro e, in misura minore e più localizzata, l’ orniello, il carpino nero, il corniolo ed altre specie mesofile ( piante che prediligono latitudini temperate e ambienti né troppo umidi né troppo secchi ). Sono limitati, ma abbastanza frequenti, i rimboschimenti a pino marittimo ormai naturalizzati.
Molto sporadiche le sugherete in coltivazioni di origine antropica, oggi non più sfruttate. Sulla roccia nuda prevale la gariga ( formazione vegetale basso arbustiva, spesso a copertura discontinua – per effetto di frane, incendi o pascolo, con terreno o rocce affioranti ) alla quale successivamente si aggiungono arbusti mediterranei sempreverdi come il ginepro e l’erica.
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